Il fenomeno dei borghi abbandonati è stato da sempre nella storia una costante della società europea, dove più dove meno si sono sempre susseguite fondazioni e abbandoni di interi villaggi. Grazie al lavoro degli archeologi vengono messi in luce quelli più antichi, ma molti sono ancora quelli che affiorano in superficie e spesso vengono ignorati. Sono luoghi pieni di fascino, con tante storie da raccontare. In questo articolo voglio parlarvi di tre borghi abbandonati della Basilicata da inserire tra i tuoi futuri viaggi culturali in Italia.
Negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale in Italia si è verificata un vero e proprio esodo di cittadini, che hanno abbandonato le loro case per diverse cause. Prima fra tutte la necessità di trovare un lavoro e riscattarsi dopo le dure piaghe della guerra. In massa hanno sistematicamente abbandonato il territorio natio per migrare nelle città.
Tra le altre cause che ancor prima della Seconda Guerra Mondiale hanno portato decine di migliaia di abitanti a lasciare il loro nido sono state: il dissesto idrogeologico, che ancora oggi attanaglia gran parte della nostra penisola, e gli ambienti malsani, malarici in particolar modo.
Immagino che anche tu sia rimasto affascinato almeno una volta da un casale abbandonato, ma immagina se avessi la possibilità di scoprire un paese intero. Incredibile, non credi?
Viaggiare significa scoprire il diverso, ma a volte non è necessario allontanarsi migliaia di chilometri, perché il diverso può nascondersi anche dietro l’angolo.
Di viaggi culturali in Italia se ne possono fare molti, ma esplorare i borghi abbandonati e comprenderne la loro drammatica storia è un’esperienza che davvero lascia il segno. Visitare i borghi abbandonati non è però cosa semplice, perché richiede una grande dose di senso dell’avventura e di una pianificazione scrupolosa. Molti dei borghi storici non compaiono neppure nelle carte geografiche e si trovano in luoghi impervi, dove la natura ha ripreso il suo posto d’origine, ora è lei la padrona di casa.
Vi propongo un modo alternativo di intraprendere i viaggi culturali in Italia e vi illustro tre borghi abbandonati della Basilicata che vi consiglio fortemente di visitare per assemblare un itinerario di qualità.
1 CRACO
Il simbolo dei paesi abbandonati e forse il più conosciuto è Craco. Borgo della Basilicata svuotato ormai da più di cinquant’anni. Prima una frana (1963), poi un’alluvione (1972) e infine un terremoto (1980) hanno piegato il borgo e l’hanno svuotato dei suoi abitanti. Le case in pietra e le antiche rovine oggi creano una cornice molto suggestiva che attrae i viaggiatori più curiosi.
Il Comune dal 2011 ha istituito un percorso di visita guidata lungo un itinerario messo in sicurezza, che permette di percorrere il corso principale del paese fino a giungere a quello che resta della vecchia piazza, sprofondata in seguito alla frana del ’63. Nel 2012 è stato inaugurato un secondo itinerario, che permette di addentrarsi nel nucleo della città fantasma. Un tempo paese di contadini e pastori, oggi trasformato in luogo di ricordi e memorie.
Craco è nella lista dei monumenti mondiali da salvaguardare.
“Non ha retto la modernità, anche se a noi piace pensare che l’ha rifiutata” – Rocco Papaleo (Basilicata coast to coast)
2 ALIANELLO
Borgo abbandonato sempre in provincia di Matera. Forse fondato in epoca Tardo Medievale (XV secolo), questo agglomerato di abitazioni si trova arroccato su uno sperone roccioso. Il terremoto del 1857, che fece più di 5000 morti in tutta la Basilicata, rese inagibile gran parte di Alianello. Il sisma fu tanto forte che alcuni paesi furono rasi al suolo e le scosse furono avvertite fino a Napoli e Foggia.
I Borbone, all’epoca sovrani del Meridione d’Italia, inviarono sui luoghi del sisma fotografi per documentare l’accaduto e dall’Inghilterra arrivarono spedizioni scientifiche per studiare gli effetti del sisma sulle strutture. Lo stesso Charles Dickens in alcune sue opere fa riferimento a questo spaventoso terremoto.
Dopo l’occupazione sabauda del Meridione d’Italia, Alianello fu considerato inagibile e, anziché provvedere alla sua sistemazione, fu decisa la costruzione di Alianello Nuovo. I pochi abitanti che decisero di rimanere nelle loro abitazioni, in seguito al terremoto del 1980, furono costretti a trasferirsi in anonimi prefabbricati lasciando per sempre un pezzo della loro vita nelle case d’infanzia di Alianello.
3 CAMPOMAGGIORE
Dopo essere stato raso al suolo e aver visto i suoi abitanti giustiziati dai sovrani Angioini, il borgo di Campomaggiore (provincia di Potenza) fu ricostruito tra Sei e Settecento e divenne uno dei borghi rurali più prosperi della Basilicata.
Nel 1833 il borgo contava circa 1500 anime e fu uno dei primi paesi lucani a dotarsi della stazione ferroiaria. La forza del paese erano l’allevamento e l’agricoltura, mentre il fulcro era una piazza dove fu costruita una grande fontana, utilizzata come lavatoio e per abbeverare gli animali al pascolo. I prodotti agricoli dell’intera zona venivano portati a Campomaggiore, perché vi erano numerosi frantoi oggi andati distrutti. Il borgo vantava anche la presenza di un delizioso Palazzo Baronale e, a pochi chilometri, l’esistenza di un pittoresco ponte a schiena d’asino, il cosiddetto Ponte della Vecchia proprio per l’aspetto a schiena ricurva.
Sul finire dell’800 una maledetta frana sgretolò il futuro dei cittadini di Campomaggiore che furono costretti ad abbandonare il paese.
Prima di chiudere in bellezza volevo ricordarti che nella mappa della nostra home page trovi tra gli altri punti d’interesse culturale anche questi tre incredibili borghi abbandonati.
Che tu abbia letto questo articolo perché stai pensando di organizzare un viaggio culturale in Italia oppure sei stato spinto semplicemente dalla curiosità, voglio invitarti a vedere questo breve video che ha ispirato il mio viaggio culturale in Basilicata. Spero funzioni anche con te!
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Buon viaggio e ricordati di rispettare sempre il luogo e i monumenti che visiti. Il loro futuro dipende anche da te!
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